OK è andata: la prima maratona è fatta. Ma che fatica!
Lo scenario è stato quello della città di Torino, in una fredda mattina grigia di novembre. L'entusiasmo non era al massimo dopo la delusione cocente di New York, e sentivo la partecipazione a quella corsa più come un impegno da rispettare che come un piacere; ma anche senza grosse motivazioni le intenzioni di portarla a termine c'erano tutte: non potevo mica buttare al vento mesi di preparazione e sacrifici!
E così sveglia alle 5:00, colazione e via. «La voglia di correre mi verrà correndo» pensai.
Cinque minuti prima del via trovo Iacopo, facciamo 4 chiacchiere, ci "gasiamo" a vicenda, per tirarci un po' su. Pronti? Si parte! Dopo qualche minuto Iacopo mi lascia e va, e comincia la mia mattinata solitaria, in compagnia di me stesso e della mia fatica.
Il ritmo è blando, più lento del previsto, stranamente non riesco a tenere il ritmo che mi ero imposto, e vado a circa 6'20''/km. Arrivato a metà mi rendo conto del leggero ritardo sulla tabella di marcia e aumento un pochino, circa 20 secondi al chilometro, complici alcuni falsi piani in leggera discesa.
Dopo i 30 km arriva inesorabile la stanchezza: non la vera crisi, ma ricomincio ad andare piano, 20 secondi al km oltre il ritmo iniziale, già più lento del dovuto. Dopo il 35 la fatica è davvero tanta... ma vado avanti, anche se perdo altri minuti.
Appena intravvedo il cartello dei 42km, forse per un cedimento psicologico, succede l'inaspettato: i crampi! Mi fermo. Termino quasi camminando, con le gambe simili a tronchi, ma ormai è finita! Ce l'ho fatta!
Un grazie sentito a Davide Daccò per i preziosissimi consigli e le sue tabelle di allenamento (www.davidedacco.com), a Aatif Falcetta per le sue indicazioni su alimentazione, postura e meccanica di corsa, a Elisa per avermi sopportato e aver sopportato le mie assenze, e un pensiero anche a Paolo, senza il quale non mi sarebbe mai venuto in mente di cominciare questa splendida avventura.
Sì, perché sarà pure stata una giornata grigia, come l'umore, e le poche motivazioni, ma è pur sempre stata una mattinata da ricordare, una di quelle che "rimangono" per tutta la vita.
Lo scenario è stato quello della città di Torino, in una fredda mattina grigia di novembre. L'entusiasmo non era al massimo dopo la delusione cocente di New York, e sentivo la partecipazione a quella corsa più come un impegno da rispettare che come un piacere; ma anche senza grosse motivazioni le intenzioni di portarla a termine c'erano tutte: non potevo mica buttare al vento mesi di preparazione e sacrifici!
E così sveglia alle 5:00, colazione e via. «La voglia di correre mi verrà correndo» pensai.
Cinque minuti prima del via trovo Iacopo, facciamo 4 chiacchiere, ci "gasiamo" a vicenda, per tirarci un po' su. Pronti? Si parte! Dopo qualche minuto Iacopo mi lascia e va, e comincia la mia mattinata solitaria, in compagnia di me stesso e della mia fatica.
Il ritmo è blando, più lento del previsto, stranamente non riesco a tenere il ritmo che mi ero imposto, e vado a circa 6'20''/km. Arrivato a metà mi rendo conto del leggero ritardo sulla tabella di marcia e aumento un pochino, circa 20 secondi al chilometro, complici alcuni falsi piani in leggera discesa.
Dopo i 30 km arriva inesorabile la stanchezza: non la vera crisi, ma ricomincio ad andare piano, 20 secondi al km oltre il ritmo iniziale, già più lento del dovuto. Dopo il 35 la fatica è davvero tanta... ma vado avanti, anche se perdo altri minuti.
Appena intravvedo il cartello dei 42km, forse per un cedimento psicologico, succede l'inaspettato: i crampi! Mi fermo. Termino quasi camminando, con le gambe simili a tronchi, ma ormai è finita! Ce l'ho fatta!
Un grazie sentito a Davide Daccò per i preziosissimi consigli e le sue tabelle di allenamento (www.davidedacco.com), a Aatif Falcetta per le sue indicazioni su alimentazione, postura e meccanica di corsa, a Elisa per avermi sopportato e aver sopportato le mie assenze, e un pensiero anche a Paolo, senza il quale non mi sarebbe mai venuto in mente di cominciare questa splendida avventura.
Sì, perché sarà pure stata una giornata grigia, come l'umore, e le poche motivazioni, ma è pur sempre stata una mattinata da ricordare, una di quelle che "rimangono" per tutta la vita.
complimenti per aver terminato la prima di una lunga serie di maratone
RispondiEliminaLunga serie non so. Di sicuro voglio scendere sotto le 4h. Poi vedremo :)
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